
Dopo un anno di training davvero impegnativi con il progetto del Team Alpecin Cycling il nostro Sauro Locatelli può finalmente alzare le braccia sotto il traguardo dell’Etape du Tour 2019
L’Etape du Tour 2019: uno degli appuntamenti amatoriali di ciclismo più famosi del pianeta ha ripercorso anche quest’anno una delle tappe della Grande Boucle. La granfondo ha presentato al via oltre 15mila ciclisti provenienti da tutti e cinque i continenti e tra i quali c’erano anche i quindici atleti selezionati dall’Accademy Cycling Aplpecin per affrontare un percorso sempre duro con i suoi 4563 metri di dislivello in soli 135 km.

Infatti il marchio Alpecin, la marca di shampoo più famosa in Germania oltre ad essere uno dei main sponsor della squadra professionistica Katusha è promotore di un progetto ambizioso per la diffusione del ciclismo ad ogni livello fondando, in Germania, l’Academy Cycling Alpecin, una scuola di ciclismo dove apprendere e affinare i rudimenti e le tecniche più sofisticate.
La vera forza di questo progetto è stato quello di creare un team Granfondo gestendolo come un team di professionisti e facendo vivere ai protagonisti un’esperienza davvero unica.
Un’esperienza che il nostro Sauro Locatelli, unico esponente italiano del Team Cycling Alpecin, ci ha raccontato dopo aver tagliato il traguardo.
Allora Sauro, com’è stato affrontare per la prima volta questa gran fondo davvero unica con i suoi 135 km e 2363 metri di dislivello?
E’ stata un’esperienza fantastica, non solo per le belle strade ed i paesaggi mozzafiato, ma anche e soprattutto per il livello di partecipazione: oltre a 16,000 corridori, si sono presentati un numero impressionante di tifosi (55,000 secondo gli organizzatori) che ci hanno incoraggiato con molta passione lungo tutto il percorso, facendoci sentire quasi come dei professionisti. E’ stato molto bello sentirsi parte della storia di una delle manifestazioni sportive piu’ rinomate al mondo.

Quali sono stati i momenti più duri e quelli più belli durante il percorso?
Il momento piu’ bello e’ stato quando ho finalmente raggiunto Cormet De Roselend, che e’ la cima della prima salita di circa 20 Km. La vista da lassu’ e’ spettacolare. E’ stato veramente un peccato che i professionisti siano stati costratti a saltarla a causa del maltempo.
Il momento piu’ duro e’ stato sicuramente affrontare i 35 Km dell’ultima salita per Val Thorens nel primo pomeriggio. Faceva un caldo bestiale e la salita sembrava non finire piu’. I tifosi a bordo strada che ci bagnavano con le canne dell’acqua sono stati la mia salvezza.
Cosa hai provato una volta tagliato il traguardo? Il primo pensiero?
Il primo pensiero e’ stato di sollievo per essere finalmente arrivato in cima ad una salita che sembrava interminabile, ma subito dopo e’ sopraggiunta la sensazione che la gara fosse trascorsa molto velocemente. E’ incredibile come la soddisfazione di aver tagliato il traguardo possa cancellare dalla memoria ore di fatica e sofferenza. Il “ma chi me l’ha fatto fare?” che mi rimbombava in testa in un momento di crisi durante l’ultima salita si e’ velocemente trasformato in un “quando lo rifacciamo?”

Cosa consiglieresti a chi volesse affrontare per la prima volta una prova così dura?
Sicuramente di non trascurare l’allenamento. Purtroppo per motivi di famiglia e lavoro ci sono stati dei periodi nel corso dell’anno durante i quali ho avuto difficolta’ ad attenermi al programma di allenamento alla lettera, e pentirsene il giorno prima della partenza non e’ servito a granche’. Su un percorso del genere, in cui si scalano ben 4.500 metri di dislivello, anche solo un paio di Kg in meno ed una manciata di Watt in piu’ possono fare una grossa differenza.
Inoltre consiglierei di cercare di divertirsi e di non correre rischi inutili. E’ giusto essere competitivi e voler fare un buon risultato, ma non siamo dei professionisti. Alla fine cio’ che e’ piu’ importante e’ divertirsi e tornare a casa tutti interi.
Con la tappa dell’Etape de Tour 2019 si è chiuso il cerchio di questo percorso durato quasi un anno con l’Accademy Cycling Alpecin. Cosa ti ha lasciato questa esperienza?
E’ stato un anno incredibile, per il quale saro’ eternamente grato a tutti gli organizzatori del Team Alpecin. Non solo ci hanno vestito da capo a piedi (o forse dovrei dire route) con attrezzatura top di gamma, ma ci hanno anche insegnato ad allenarci in modo scientifico, e ad ogni evento organizzato da loro ci hanno riservato un trattamento da ciclisti professionisti. Di sicuro questa esperienza mi ha lasciato con tanti bei ricordi, delle belle amicizie con persone che condividono la mia passione per la bicicletta, e una voglia ancora piu’ forte di pedalare.

Durante quest’anno hai mai pensato di mollare o di non farcela?
Ci sono stati dei momenti durante l’anno nei quali non e’ stato facile bilanciare gli impegni di lavoro e familiari con il regime di allenamento al quale siamo stati sottoposti, ma non ho mai pensato di mollare. Per fortuna i nostri allenatori si sono dimostrati sempre molto comprensivi e disposti a modificare il programma di allenamento individuale in base alle nostre esigenze e disponibilita’ di tempo.
Avendo gia’ affrontato un percorso di simile difficolta’ l’anno precedente, non ho mai pensato di non farcela. Il mio vero obbiettivo era quello di presentarmi alla gara al top della mia forma e di migliorare di molto le mie prestazioni, ma purtroppo non essendo riuscito ad allenarmi come avrei voluto nelle settimane precedenti alla gara, l’ho realizzato solo in parte.
Continuerai a pedalare?
Assolutamente si! Dopo l’Etape ho riposato solo qualche giorno prima di ricominciare ad allenarmi. Il mio obbiettivo e’ stato semplicemente rimandato. Ho gia’ diverse gare in programma per i prossimi mesi con il mio team di Milano (Ciclo Club Scappati di Casa o CCSC) e ci tengo a fare bella figura.
Hai già altri obbiettivi da raggiungere?
Il prossimo obbiettivo e’ la ben piu’ impegnativa Ötztaler, con 238 Km e 5.500 metri di dislivello. Sempre grazie ad Alpecin potro’ prendervi parte Domenica 1 Settembre. In questo caso, riuscire a tagliare il traguardo sarebbe gia’ un ottimo risultato!
Cos’è per te la bici, ora che è diventata una parte così importante della tua vita?
Ormai per me la bici e’ un chiodo fisso, tanto che la mia ragazza inizia ad esserne un po’ gelosa! Ultimamente ho raddoppiato gli sforzi per cercare di trasmetterle la mia passione, in modo da poter passare piu’ tempo insieme senza dover rinunciare a pedalare. Per ora sono riuscito a farla andare al lavoro in bici, il prossimo passo e’ la bici da corsa!
Appuntamento fissato quindi al 2020! State connessi….