Tre amici con tre bici per tre giorni di bikepacking oltre confine.
L’acqua del vicino è sempre più verde 🏞️
Dopo una bella serata passata tra le strade di Plezzo (Bovec in sloveno), a rincorrere un posto a tavola tra i pochi ristoranti disponibili, ripartiamo di buon ora per affrontare il gigante di giornata, il Vršič Pass o Passo della Moistrocca. Siamo eccitati e allo stesso tempo intimoriti dal percorrere il passo più alto della Slovenia ma con buon ritmo proseguiamo lungo la valle che costeggia il fiume Soča. Questa è la cosiddetta ‘tappa regina’ ed inizia tra una foschia mattutina che ci accompagna per i primi chilometri lungo un fiume dalle tinte pastello, alle volte azzurro ed alle volte verde, che si fa più bello e trasparente man mano che avanziamo. Sulle sponde pescatori solitari ci lanciano sguardi incuriositi mentre campeggiatori tedeschi ed austriaci si svegliano ed aprono le loro tende al nostro passaggio. Il sole sta facendo capolino e così ci fermiamo a sfruttare questa luce meravigliosa per fare foto a pozze smeraldine degne di un dipinto che a quest’ora ci possiamo godere in completa solitudine. Arrivati a Trenta ci fermiamo velocemente per mangiare qualcosa e riempire le borracce prima di affrontare la salita, una bella scalata di quasi dieci chilometri con un dislivello di circa 1000m e ben 50 tornanti!


Ci godiamo il momento. L’abbiamo pianificato, l’abbiamo sognato e finalmente lo stiamo vivendo. Se c’è una differenza tra l’età adulta e l’adolescenza forse è proprio questa. La capacità di godersi un momento, un istante, sapendo riconoscere ciò che è unico ed irripetibile al fine di poterselo vivere al meglio. Sorridiamo felici mentre le gambe frullano e il dislivello aumenta. Attorno a noi si stagliano imponenti i giganti di roccia delle Alpi Giulie con il cielo blu a fargli da sfondo. Non saranno le Dolomiti ma lo spettacolo è comunque assicurato. Qui in Slovenia difatti il turismo non ha assunto ancora i caratteri di massa che caratterizzano l’estate italiana, ed il territorio fortunatamente non è stato stuprato come viene fatto sistematicamente da noi. Inoltre, l’esigua popolazione residente e il ridotto numero di turisti, fanno in modo che il paesaggio sia quasi sgombro di quegli oggetti inquinanti e rumorosi dell’uomo moderno: le macchine! Saliamo di buon passo ed in men che non si dica raggiungiamo il passo a 1611 metri sul livello del mare.


In cima ci fermiamo per qualche foto di gruppo insieme a un bel gregge di pecore che popola il parcheggio e la strada che scende a valle. Siamo carichi di energie e allo stesso tempo galvanizzati da un cielo azzurro e una giornata limpida che ci permette di godere a pieno di queste architetture naturali. Dopo uno snack e l’ultimo saluto a questo paesaggio magnifico ci avviamo verso la discesa che porta a Kranjska Gora e con il vento in faccia partiamo salutando le pecorelle al seguito. Sfrecciamo via veloci incrociando altri ciclisti e nel giro di poco ci troviamo sulle rive dello splendido lago Jasna, altra tappa obbligata.
La Slovenia ci sta regalando scorci incredibili. Un territorio a due passi dall’Italia che pare di essere tra le Montagne Rocciose del Canada più che in Europa. Continuiamo così lungo la ciclabile che porta a Bled, uno dei luoghi più turistici ma comunque stupendi della Slovenia. Tagliamo per la valle di Radovna e nuovamente ci troviamo a pedalare tra boschi fatati lungo corsi d’acqua incredibili. Arrivati a Bled facciamo tutto il giro del lago specchiandoci nelle sue acque blu smeraldo. Ci fermiamo per un pranzo veloce e ripartiamo per l’ultima tappa di giornata, il lago Bohinj. Ancora qualche salita immersa nel verde a goderci il panorama rurale di questa regione stupenda denominata Alta Carniola e nel primo pomeriggio arriviamo a Bohinjska Bistrica, dove abbiamo prenotato un ostello per la notte. Nonostante una foratura a pochi km dall’arrivo e un dislivello notevole è stata un’altra giornata incredibile alla scoperta di questo pacifico angolo di mondo.



Three is megl’ che one 🤟
Siamo già al terzo giorno di viaggio ed oggi ci aspetta una lunga giornata sui pedali. Partiamo di primo mattino dall’ostello avvolti da una nebbia fredda e umida. Dopo qualche chilometro iniziamo una bella salita che ci riporta ai 1277m della località sciistica di Soriška Planina. È ancora presto ma troviamo comunque qualche escursionista lungo le strade panoramiche della vallata. Ci godiamo così la discesa attraverso l’Altipiano della Baccia, una zona rurale e densa di insediamenti agricoli che confina con la municipalità di Tolmino. A livello paesaggistico non c’è nulla da invidiare alla vicina Austria, ed anzi, molto spesso ci fermiamo per catturare coi nostri telefonini questi panorami da cartolina. Qualche sparuta casa persa tra i boschi ci ricorda che qui vive qualcuno altrimenti potremmo facilmente pensare che il territorio sia unicamente popolato da mucche e cavalli liberi che ci lanciano sguardi incuriositi. Continuiamo la nostra corsa verso l’Italia costeggiando il torrente Baccia, un affluente dell’Isonzo che ci accompagna in una lunga discesa verso Santa Lucia d’Isonzo (Most na Soči). Stiamo tornando verso l’Italia e l’architettura, la cartellonistica e l’incuria del paesaggio ci ricordano quanto siamo bravi nel fare del male alla natura che ci circonda. Difatti questa parte della Slovenia assomiglia molto all’Italia, essendo stata per diversi secoli annessa alla Repubblica di Venezia insieme all’Istria, per poi passare al Regno d’Italia che ne contese i suoi territori fino agli anni bui del maresciallo Tito che la occupò militarmente. Insomma, per capirne di più bisognerebbe rispolverare il sussidiario delle medie!
Così dopo aver preso un caffè sul famoso ponte di Canale d’Isonzo ed aver fatto un piccolo ripasso di storia del territorio proseguiamo lungo la ciclabile che costeggia il fiume sfrecciando a velocità sostenute per non perdere il treno che ci aspetta a fine giornata. Passiamo qualche pittoresca vallata di vigneti del Collio e nel giro di qualche chilometro attraversiamo il confine tra i boschi di Nova Gorica. Siamo di nuovo in Italia e visto il tempo favorevole decidiamo di allungare il giro e pranzare nella laguna di Grado.




Sfrecciamo come indiavolati a ruota l’uno dell’altro lungo le statali friulane. Siamo forse più veloci dei nostri motorini elaborati dell’adolescenza. Attorno a noi i boschi verdeggianti della Slovenia hanno lasciato il posto a fabbriche abbandonate e giungle di asfalto. L’educazione dei guidatori sloveni pure ha lasciato il posto ai clacson e sorpassi azzardati degli italiani. Siamo scioccati. Dopo due giorni passati a pedalare all’estero tornare in Italia quasi ci spaventa. Continuiamo la nostra fuga di gruppetto passando Redipuglia e Monfalcone. L’incuria continua, così come i clacson e le auto a fil di gomito. Tiriamo dritti fino alla laguna di Grado con il Wahoo che segna 45 gradi. Ci manca l’acqua e la stanchezza si fa sentire. Per fortuna dopo qualche chilometro arriviamo sul lungomare e ci spariamo un pranzo veloce ad un chiosco. È arrivato il temibile caldo africano e ci mancano ancora diversi chilometri prima di arrivare al treno. Giretto veloce a Gradotra i turisti in vacanza e poi via sul ponte che attraversa la laguna spingendo a palla nemmeno fossimo a una Gran Fondo. Salutiamo l’antica città romana di Aquileia e giusto in tempo per prendere il treno arriviamo alla nostra destinazione finale, Cervignano.


Si è chiuso il cerchio. O meglio, si è chiuso questo itinerario che in tre giorni ci ha fatto scoprire angoli meravigliosi della Slovenia e del Friuli. E ci ha anche ricordato da dove veniamo, sia a noi come uomini e amici da una vita, sia al paese che storicamente occupava quei territori istriani e dalmati che ben conservano ancora qualcosa di italiano. Territori confinanti che si sono poi sviluppati in maniera diversa e quasi indipendente dal nostro Stivale e che nel giro di pochi anni hanno fatto un grande balzo in avanti nella tutela del territorio, nella salvaguardia dei corsi d’acqua, territori naturali e soprattutto nella gestione del turismo. La bici ancora una volta è riuscita nel suo intento popolare. Ci ha restituito un po’ di tempo forgiando il nostro corpo e le nostre menti mentre ci mostrava un mondo assai diverso che scorreva affianco a noi. E soprattutto ha sottolineato quanto sia vero il detto: l’erba del vicino è sempre la più verde. In tutti i sensi.
Data & Map
Per maggiori informazioni sull’itinerario che abbiamo seguito ecco il link alla traccia di Strava: https://www.strava.com/activities/3838677208

Day 1: Cervignano > Bovec via Sella Carnizza (138km / +1833m)
Day 2: Bovec > Bohinjska Bistrica via Vršič Pass (140km / +2548m)
Day 3: Bohinjska Bistrica > Cervignano via Grado (160km / +1368m)
Testo: Enrico Fioraso | Foto: Massimo Paladin, Enrico Fioraso e Marco Dal Bo
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